Pur avendo radici salentine, ho imparato a conoscere il Salento da poco tempo, pochi anni. Probabilmente è quello che accade a chi, vivendo lontano per gran parte della sua vita e visitando tante differenti realtà italiane ed estere, torna a casa e apprezza in un modo diverso, più ampio, quello che aveva lasciato alle spalle.
Per me, che ho alle spalle una vita fatta di ricerca e sperimentazione scientifica, rimangono ancora un mistero e una contraddizione.
Il Salento è ricco di storia, cultura e arte. La sua natura si differenzia lasciando spazio a una terra a volte generosa e dolce, a volte arida e aspra.
Proprio dove arte e natura si incontrano nasce la sapienza enogastronomica salentina, che sposa i prodotti tipici della terra alla indomita inventiva contadina, dando luogo ad una varietà di pietanze ed alimenti tramandati da generazione in generazione. Qui si custodisce anche la millenaria cultura dell’olio e del vino, vera ricchezza di questa terra che sa offrire, con le sue piante centenarie di vite e secolari alberi di olivo, dei prodotti di inarrivabile qualità.
Con tale ricchezza a portata di mano, si può ben pensare anche oggi al Salento come una terra ricca, crocevia di commerci e scambi con tutto il mondo.
Non faccio un mistero ad ammettere che tra tutti i vini prodotti nel Salento ho i miei preferiti. In egual modo, anche per le cantine ci sono le mie favorite, come le dame di corte per i RE. Con alcune ho un feeling particolare e, se ne ho la possibilità, amo raccontarle e (perché no?) promuoverle.
Tra queste una mi è rimasta nel cuore. Forse perché è stata la prima a dare a me, perfetto sconosciuto, un minimo di credito. O forse perché insieme alla cantina ne ho da subito conosciuto e riconosciuto gli uomini che avevano contribuito con passione e competenza a darle vita. Tra questi non posso non citare Gianvito Rizzo. Dirò solo: venite a fare due chiacchere con lui, perché ne vale davvero la pena.
Ovviamente, io in cantina ci vado anche per assaggiare i vini e lo faccio ogni anno con spirito di abnegazione spinto dall’esigenza del mio “duro lavoro”.
La produzione di Feudi di Guagnano è ricca ed articolata e va a coprire un po’ tutte le richieste di mercato. Posso garantirvi, avendo assaggiato tutte le loro etichette, che la qualità delle uve e del prodotto finale è sempre notevole sia che si parli di linea base che dei top di gamma. Quello che cambia è l’utilizzo o meno di piante antiche di alberello e la tipologia di affinamento.
Tra tutti i vini qui prodotti i miei preferiti sono Rosarò, un rosato da Negroamaro assolutamente moderno ed equilibrato. Un vino però che sa regalare un abbinamento eclettico come solo il Negroamaro può fare. La freschezza e la sapidità di Rosarò fondono perfettamente con una ottima frittura di pesce o con dei gamberoni arrostiti gustati al caldo sole del mare salentino. Ma vi assicuro che anche in pieno inverno si sposa alla grandissima con alcuni piatti della tradizione salentina tipo fave e cicorie, pezzetti di cavallo e ciceri e tria.
Un altro vino che io adoro, e che trovo molto fedele alla tradizione di questi luoghi, è Cupone il Salice Salentino Riserva. Non solo perchè siamo a soli 6 km dal Paese della più antica DOC di Puglia, ma perché in questo vino si respira la storia e la cultura di un luogo e che ne rappresenta appieno tutta la tradizione contadina. Un vino tutt’altro che Cupo, ma solare, appassionato, che sa scaldare il cuore. Ovviamente, degustatelo con un altro tipico piatto della tradizione Salentina ovvero carne di maiale e cicorine o, molto più prosaicamente, con della carne arrostita alla griglia. Sono certo che vi regalerà grandi emozioni.
Un altro vino assolutamente affascinante, tutto da scoprire e che si rivela con parsimonia ad ogni sorso è Le Camarde, uno dei più riusciti di tutto il Salento. Un vino che mantiene l’austerità e l’eleganza del Negroamaro ma che con un 20% di Primitivo regala profumi assolutamente invitanti ed in bocca una rotondità ed una complessità davvero notevoli. Provatelo perché ne vale davvero la pena.
Insomma, io vi consiglio vivamente di fare un salto in cantina per apprezzare al meglio la grande tradizione e produzione vitivinicola che solo Guagnano sa offrire.
Nel frattempo andate a comprare i vini di Feudi di Guagnano in enoteca perché sono sicuro che, gustati con la giusta compagnia, sapranno regalarvi momenti magici.
Alla Vostra!
Stefano Spagnolo di salentowineshop.com
One comment on “Feudi di Guagnano raccontata da…Stefano Spagnolo, patron di salentowineshop.com”
Marco valenti
Io amo il salento, e SOPRATTUTTO i vini,e irossi sono una cosa spettacolare!!!hanno tutto per essere amati.vorri piano piano CONOSCERLE un po’ tutte perché non ti delutono mai.w il SALENTO w la Puglia