Dobbiamo restare a casa (#iostoacasa) per lavorare, per fare tutte quelle cose che non si ha mai tempo di fare, per vedere un bel film, per telefonare ad un amico, per sfogliare vecchie foto sbiadite oppure per iniziare a leggere un bel libro in compagnia di un signor vino.
In questi giorni in cui è doveroso rimanere a casa, vi proporremo un insolito abbinamento: la lettura di un libro alla degustazione di un nostro vino.
Iniziamo con “Vino, patate e mele rosse” (Garzanti, 2001) di Joanne Harris, l’autrice del più famoso “Chocolat”, che vi invitiamo a leggere con un calice di Pietrafinita, un Primitivo elegante e tutto da scoprire, un vino che ci “parla”, che esprime la sua potenza evocativa anche bevuto “in solitario”, senza essere accompagnato necessariamente a un piatto: unica concessione un sigaro o una tavoletta di cacao 100%.
L’incipit della Harris svela quasi metà del racconto, il resto scopritelo bevendo il nostro vino.
“Il vino parla. Lo sanno tutti. Guardati in giro. Chiedilo all’indovina all’angolo della strada, all’ospite che non è stato invitato alla festa di nozze, allo scemo del villaggio. Parla. E’ ventriloquo. Ha un milione di voci. Scioglie la lingua, svela segreti che non avresti mai voluto raccontare, segreti che non sapevi nemmeno di conoscere. Grida, declama, sussurra. Racconta grandi cose, progetti meravigliosi, amori tragici e tradimenti terribili. Ride a crepapelle. Soffoca piano una risata fra sé. Piange per i suoi stessi pensieri. Riporta alla mente estati di molto tempo fa e ricordi che è meglio dimenticare. Ogni bottiglia un soffio di altri tempi, di altri luoghi e ciascuno è un piccolo miracolo, dal più comune Liebfraumilch all’imperioso Veuve Clicquot 1945. Magia quotidiana, così la chiamava Joe. La trasformazione di una sostanza di base in quella dei desideri. Alchimia dei profani.”
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